Dollaro US
Il dollaro americano da fine ottobre 2022 ad oggi è passato da 0,9882 a 1,0900. Il mood sul dollaro è completamente cambiato in negativo e ciò pur in presenza di fondamentali non molto differenti da quelli europei e di tassi d’interesse favorevoli. Se dovesse superare il livello di 1,10 allora il peggioramento potrebbe accelerare e non ci sarebbero ostacoli rilevanti almeno fino a 1,15. Quest’ultimo potrebbe essere il target per fine anno 2023. Questo indebolimento dovrebbe essere alimentato dall’eventuale riduzione dei tassi e da una recessione, seppure modesta, nell’ultimo semestre dell’anno. Man mano che passa il tempo, anche il tentativo di Cina, Russia e di altri paesi come il Brasile, il Sud Africa e l’India di voler creare un’aerea Yuan in alternativa al dollaro, potrebbe essere una ragione di debolezza. Lo scenario ipotizzato potrebbe essere ribaltato in caso di un aggravamento della guerra in Ucraina e forse anche in caso di un’esplosione del contenzioso Cina - Taiwan.
Franco svizzero
Da fine ottobre ad oggi il Frsv. ha oscillato da 0,98 a 1,00. Crescita economica ed inflazione sono migliori che nell’area EU e di conseguenza la forza del franco dovrebbe continuare come nel passato. Se la situazione geopolitica, guerra in Ucraina e contezioso Taiwan, dovesse peggiorare, potremmo aspettarci un franco arrivare anche a 0,90 data la reputazione di moneta rifugio conquistata negli anni. Se invece dovessimo assistere ad un miglioramento del quadro allora dovrebbe cambiare ed essere possibile un indebolimento almeno fino 1,05/1,10.
Sterlina
Da ottobre ad oggi la sterlina è risultata essere piuttosto stabile, oscillando da 0,86 a 0,90. Anzi, da inizio anno l’oscillazione si è ristretta da 0,88 a 0,90. La crescita 2023/2024 dovrebbe essere modesta come negli altri paesi europei ed anche il rientro dall’inflazione dovrebbe ridursi con gli stessi ritmi. Rimarrà alto il deficit delle partite correnti, intorno al 4,00%. La situazione politica si è tranquillizzata e pertanto il governo conservatore potrà effettuare le sue scelte onde recuperare la perdita di consenso subita nel corso del 2022. In effetti vi è stato l’accordo con la UE sul tema dell’intesa commerciale post Brexit tra Irlanda del Nord ed Eire. Arriveranno anche accordi per regolare meglio il traffico merci tra UK e continente, oggi spesso molto faticoso. Sarà interessante vedere come gli elettori valuteranno nelle urne questi accordi. Comunque, il cambio dovrebbe indirizzarsi più verso un indebolimento piuttosto che un rafforzamento. Si potrebbe ipotizzare un livello di 0,90 per il 2023 e di 0,95 per il 2024. Se dovesse invece rafforzarsi, allora il livello difficilmente superabile potrebbe essere 0,86.
Yen
Lo Yen si trova più o meno allo stesso livello di fine ottobre 2022 , ovvero a 147 , ma nel corso del periodo considerato ha toccato più volte il livello di 140. Non ci dovrebbe essere recessione per il 2023 e nemmeno nel 2024. La crescita prevista per quest’anno è del 1,3% e per l’anno venturo del 0,6% mentre l’inflazione per i due anni considerati dovrebbe raggiungere il 3,00% ed il 2,40%, un fatto straordinario per il paese. Il saldo delle partire correnti per entrambi gli anni dovrebbe collocarsi intorno 4,50%. Il deficit di bilancio previsto sarà intorno al 4,00%. Il cambio per fine anno potrebbe raggiungere al massimo un livello di 145/150. Se si dovesse invece manifestare un rafforzamento, difficilmente supererebbe il livello di 135. Rimane l’incognita della questione Taiwan che potrebbe disturbare parecchio l’andamento del cambio euro/yen.
Dollaro Canadese
Il dollaro canadese ha subito da fine ottobre a fine dicembre un deciso peggioramento da 1,35 a 1,45 per poi stabilizzarsi intorno al 1,45 di oggi. I dati macro sono buoni rispetto agli altri paesi. Il Pil è previsto crescere tra 1,5% ed il 2,00% nel biennio 2023/2024, l’inflazione dovrebbe stabilizzarsi intorno al 2,00%, il deficit di bilancio intorno al 3,00 %. Il cambio continua essere debole e se le materie prime continueranno ad essere deboli il dollaro canadese potrebbe perfino raggiungere quota 1,55. Un ritorno ad un livello di forza a 1,30 come l’estate scorsa sembra decisamente molto improbabile, anche in presenza di materie prime in buon recupero.
Dollaro australiano
Il dollaro australiano è rimasto piuttosto stabile da fine ottobre a fine gennaio tra 1,54 e 1,60 e si è indebolito fino a 1,65 da fine febbraio ad oggi. Un ulteriore indebolimento è piuttosto difficile da ipotizzare, è più probabile di qui alla fine dell’anno un rafforzamento fino a 1,50. Il Pil dovrebbe crescere quest’anno del 2,00% e l’anno prossimo del 1,5% mentre l’inflazione dovrebbe rimanere di qui alla fine del 2024 piuttosto alta, ovvero mediamente intorno al 5,00%. Le partite correnti dovrebbero risultare in pareggio ed il deficit di bilancio dovrebbe collocarsi tra il 2 ed il 3,00%.
Il confronto tra Cina e paesi dell’area Bric con U.S.A. e paesi occidentali potrebbe condizionare le previsioni formulate.