Commento di Wolfram Mrowetz per la rubrica Money money della rivista Approvvigionare (Marzo 2024).
Dollaro US
Il dollaro americano da metà novembre 2023 ad oggi oscilla tra 1,10 e 1,08 con qualche sforamento temporaneo sia verso l’alto sia verso il basso. Siamo quindi in presenza di un dollaro moderatamente forte.
L’economia americana è forse la più performante di tutte quelle del G20, infatti è prevista per il 2024 una crescita del 2,5% e per il 2025 del 2,00%. L’inflazione dovrebbe, fra non molto, avvicinarsi molto all’obiettivo della FEDERAL RESERVE del 2% e pertanto nel secondo semestre dell’anno la stessa dovrebbe cautamente ridurre i tassi. Stabile dovrebbe rimanere il saldo negativo delle partite correnti, intorno al 3% del PIL. Sempre molto importante il deficit di bilancio, intorno al 6,5%-7%.
Questa aggressiva politica fiscale ha certamente favorito i risultati di crescita e l’aver finora evitato una recessione. Alla luce di quanto sopra si può ritenere che il cambio del dollaro, di qui alla fine dell’anno, potrebbe indebolirsi fino a 1,12 - come a luglio del 2023 - mentre, in caso di rafforzamento, il limite che ci si potrebbe aspettare è 1,06/1,07.
Franco svizzero
Da fine novembre ad oggi il Frsv. ha oscillato da 0,96 a 0,93 per poi collocarsi all’attuale 0,9530.
La crescita del PIL dovrebbe collocarsi all’1,5% sia per il 2024 sia per il 2025. L’inflazione per gli stessi due anni non dovrebbe mai superare l’1,5%.
Il surplus delle partite correnti dovrebbe rimanere stabilmente sull’8%, mentre il bilancio fiscale rimanere in pareggio o in leggero surplus. L’economia svizzera continua ad essere sempre in buona salute, per cui ipotizzare un Frsv debole è difficile. Solo un costante ed importante intervento della Banca centrale potrebbe riportare il cambio al livello di 1,10 toccato nei primi mesi del 2021. Ma non ha molto senso, pur essendo il franco piuttosto sopravvalutato nei confronti dell’euro.
Quindi per il 2024 il cambio EUR/FRSV dovrebbe oscillare tra 1,00 e 0,93.
Sterlina
Da fine novembre la sterlina oscilla da 0,87 a 0,85 mantenendosi quindi sostanzialmente stabile. Al momento la Gran Bretagna è in recessione tecnica. L’ultimo trimestre del 2023 il PIL è sceso del 0,3% ed il precedente dello 0,1%.
La causa principale dovrebbe essere la politica restrittiva adottata della Banca centrale, politica seguita per combattere l’alta inflazione del 2022/2023. Comunque nel 2024 il PIL dovrebbe crescere intorno allo 0,4% e nel 2025 intorno all’1,5%. La bilancia delle partite correnti è leggermente negativa e il deficit di bilancio si trova intorno al - 3%.
Il cambio per tutto il 2024 dovrebbe rimanere tra 0,85 e 0,87 salvo oscillazioni più ampie in caso di un prossimo risultato elettorale particolarmente sorprendente e negativo. Le elezioni dovranno essere effettuate entro 25 giorni dalla data dello scioglimento del parlamento, ovvero il 17/12/2024, salvo elezioni anticipate.
Yen
Lo Yen nel corso degli ultimi mesi si è prima rafforzato fino a 155 per poi di nuovo indebolirsi fino a 163, il cambio a fine febbraio. È quasi il peggior cambio dello Yen negli ultimi dieci anni. L’inflazione sta risalendo oltre il 3% e la Banca Centrale dovrà aumentare i tassi, contribuendo al recupero della moneta che, per metà anno, potrebbe di nuovo raggiungere il livello di 155 contro euro e per fine anno il livello di 150. Il debole cambio attuale favorisce il saldo delle partite correnti, che infatti si trova al 4,5% del PIL. L’economia giapponese è cresciuta moderatamente nei primi tre trimestri del 2023, ma è andata in recessione tecnica nell’ultimo trimestre, -0,4%, a causa della scarsa domanda interna. Il problema demografico è il principale problema del paese per i prossimi anni e non sarà facile porvi rimedio. Il governo sta conducendo una aggressiva politica fiscale, il deficit di bilancio si colloca al 6% del PIL.
Dollaro canadese
Il dollaro canadese da novembre ad oggi si è mosso in una fascia di prezzo da 1,48 a 1,45.
Il PIL dovrebbe crescere dell’1% nell’anno in corso per poi ulteriormente essere migliore del 2,5% l’anno successivo.
L’inflazione dovrebbe prima attestarsi poco sotto il 3% per poi quasi raggiungere il 2% nel 2025. Il saldo delle partite correnti dovrebbe rimanere in pareggio almeno fino alla fine del 2025.
Tranquilla pure la politica fiscale, infatti dovrebbe essere possibile un deficit massimo dell’1% del PIL. In queste condizioni il cambio contro euro dovrebbe continuare ad oscillare da 1,45 a 1,50.
Dollaro australiano
Il dollaro australiano dopo un rafforzamento a novembre fino a 1,62 ha iniziato ad indebolirsi fino agli attuali 1,6650. L’economia australiana è prevista crescere tra l’1,5% ed il 2% di qui al 2025.
Più lento il calo dell’inflazione che si dovrebbe attestare su un valore del 3/3,5%. Il governo dovrebbe lavorare per un deficit di bilancio intorno allo 0,5/1% ed il saldo delle partite correnti dovrebbe essere positivo per lo 0,5% sia per il 2024 sia per il 2025.
Il cambio con l’euro potrebbe al massimo arrivare a 1,70 e invece rafforzarsi fino a 1,60 solo in una situazione di buona ripresa dell’economia mondiale con annesso incremento dei prezzi delle materie prime.
EVOLUZIONE DEL RAPPORTO DI CAMBIO EURO/US$