Commento di Wolfram Mrowetz per la rubrica Money money della rivista Approvvigionare (Ottobre 2024).
Dollaro US
Il dollaro americano da fine giugno ha intrapreso una fase di ribasso che lo ha portato fino ad un minimo di 1,12 , con oscillazione tra 1,12 e 1,10 nel mese di settembre e successivo rafforzamento di nuovo fino agli attuali 1,0810 . Negli U.S.A. la crescita economica dovrebbe rimanere nei prossimi mesi intorno al 2,5% annuale e l’inflazione consolidarsi sul 2,5%. Questo tasso d’inflazione non permetterà alla FED tagli di tasso marcati come l’ultimo dello 0,50%. Per la prossima riunione di novembre si pensa possa esserci una riduzione dello 0,25% e forse addirittura nessuna , considerate le buone notizie sui dati relativi all’occupazione e alla creazione di nuovi posti di lavoro. La bilancia delle partite correnti si confermerà negativa al 3/4,00% e il deficit di bilancio dovrebbe anch’esso rimanere stabile intorno al 6/7% . C’è da chiedersi se sarà sostenibile a lungo , visto che il rapporto debito/pil si trova ormai al 125% .
In considerazione di quanto scritto , il dollaro dovrebbe aver raggiunto il massimo in questi giorni e difficilmente dovrebbe raggiungere di nuovo il livello di 1,06. Nel caso dovesse esserci un risultato elettorale confuso , potrebbe invece essere ipotizzabile anche un minimo di 1,13/1,15 . Bisogna tener presente che i repubblicani vogliono un dollaro debole , probabilmente tra 1,20 e 1,30 mentre i democratici non lo vogliono forte come adesso.
Franco svizzero
Il FRSV da luglio è passato da 0,97 a 0,9360 di oggi , rafforzandosi di circa il 3,5% . La forza del franco è sostenuta dalle crisi geopolitiche in essere. E’ sempre la moneta rifugio per eccellenza. Crescita economica solida seppure modesta , 1,5% l’anno , inflazione stabile allo 0,5% e saldo di bilancio quasi in perfetto pareggio. Come al solito il saldo delle partite correnti molto alto , intorno al 8,00% del PIL. Risultano modeste le possibilità che ci possa essere un ulteriore marcato rafforzamento della moneta mentre è probabile un indebolimento nei prossimi mesi , soprattutto se la situazione geopolitica dovesse migliorare , forse anche fino a 0,99 .
Sterlina
Dai primi di luglio ad oggi la sterlina prima si è indebolita fino a 0,86 per poi rafforzarsi fino 0,83 di oggi . Le elezioni sono state vinte dai laburisti che hanno una ampia maggioranza in parlamento. Ciò dovrebbe favorire una capacità considerevole per legiferare per importanti riforme. Attualmente si ritiene che il PIL dovrebbe crescere del 1,5% all’anno per i prossimi due anni. L’inflazione dovrebbe mantenersi stabile sul 2,5% . Si dovrebbe assistere ad un’ulteriore riduzione delle sbilancio negativo del saldo delle partite correnti e il deficit di bilancio dovrebbe continuare il suo miglioramento come è già stato nel 2023 e nel 2024. Nei prossimi due/tre trimestri è ipotizzabile una parità con l’euro al massimo a 0,80/0,82 nei momenti di forza e una discesa fino a 0,86 nei momenti di debolezza.
Yen
Lo Yen si è rafforzato dai primi di luglio fino a 155 per poi di nuovo indebolirsi fino all’attuale livello di 165. In considerazione della considerevole confusione nella politica giapponese , prima nuovo presidente del consiglio e poi pesante sconfitta nelle elezioni generali del partito del nuovo presidente , è possibile ipotizzare un ulteriore indebolimento anche fino a 175. Comunque il PIL dovrebbe crescere il 1,5% per il 2025 e circa 1,00% nel 2026. L’inflazioni nei prossimi due anni dovrebbe rimanere stabile intorno al 2,00/2,5%. Sempre positivo il saldo delle partite correnti al 5,00% medio nei prossimi due anni mentre il deficit di bilancio dovrebbe ulteriormente ridursi rispetto agli anni precedenti al 4,00%. La parità con l’euro più probabile per i prossimi 6/9 mesi dovrebbe collocarsi tra 165 a 155 con qualche occasione sforamento di breve durata.
Dollaro canadese
Da luglio ad oggi Il dollaro canadese si è indebolito da 1,46 a 1,50 , oscillando in questi mesi tra 1,49 e 1,515 . Il PIL dovrebbe chiudere l’anno con una crescita del 2,00% e l’inflazione al momento si stima al 2,6% per poi ridursi al 2% negli anni 2025 e 2026. Il saldo delle partite correnti rimarrà stabilmente in pareggio ed il deficit di bilancio si collocherà nei prossimi due anni intorno al 1,00%. La parità del cambio dovrebbe rimanere intorno a 1,50 ma se l’economia mondiale dovesse riprendersi in modo convincente e quindi le materie prime salire di prezzo , allora la possibilità di rivedere il cambio euro dollaro canadese a 1,35 come a novembre 2022 potrebbe concretizzarsi.
Dollaro australiano
Il dollaro australiano da luglio ha oscillato tra 1,66 e 1,62 con un breve sforamento a 1,68 a metà luglio. Attualmente quota 1,6450. Per il prossimo anno è prevista una crescita del 2,3% ed una inflazione sul 2,5%. Sostanzialmente in pareggio la bilancia delle partite correnti ed anche il deficit fiscale si mantiene in equilibrio. In considerazione dei buoni fondamentali , nel corso del 2025 il dollaro australiano potrebbe anche raggiungere di nuovo il livello di 1,55 come negli ultimi mesi del 2022 . Questo target sarebbe comunque non raggiungibile se si dovesse complicare la situazione geopolitica in quell’area , Cina contro Taiwan e di riflesso coinvolgimento degli U.S.A. E’ probabile che la forchetta di oscillazione possa collocarsi tra 1,66 e 1,62 .
Evoluzione del rapporto di cambio EUR/USD
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